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...la politica, ieri ed oggi

  • Immagine del redattore: Ale Mazzarello
    Ale Mazzarello
  • 29 ago 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

Non passa giorno, anzi non passa ora, che la politica sia al centro di ogni discorso, ormai ha quasi sorpassato il calcio nei bar, sui social, nei luoghi di ritrovo.

E' divenuto e sta diventando sempre più anche il sogno di molti, il nuovo "eldorado". Alle elezioni, avendo capito che non serve nessuna particolare abilità, competenza o qualifica, si candidano una marea di improbabili, che cercano nella elezioni il riscatto ad una vita poco soddisfacente, diciamo pure, per essere chiari, ad un vita di merda.

Già questa mi appare come una distorsione del termine, nella sua origine etimologica e e semantica, e la morte della politica stessa.

I padri del pensiero politico, nel corso della storia, sono a mio avviso tre: Aristotele, Macchiavelli e Hobbes.

Successivamente affrontarono il tema politico Montesquieu, Kant e Marx, ma, personalmente, ritengo il loro non sia un macro pensiero, ma un sottosistema dei primi tre.

Nel corso dei secoli, sempre maggiormente, la politica è divenuta strettamente correlata al potere, ma non in senso decisionale, ma in senso di comando.

Più la politica è divenuta strettamente correlata al potere, più è diventata torbida, ricca di intrighi e collegata in modo indissolubile alle peggiori cose.

La visione aristotelica della stessa non esiste più da molti decenni.

La politica, da bene comune è divenuta mezzo e strumento di controllo del potere. Senza se, senza ma, senza etica soprattutto.

Il fine giustifica i mezzi. E nel contempo i mezzi giustificano il fine.

Lo statuto albertino, all'art.50, prevedeva che onorevoli e senatori non percepissero compenso. Era un onore servire la nazione. Essere al servizio dei concittadini. Il solo ed unico fine avrebbe dovuto essere il bene della Nazione.

Se non ricordo male fu Giolitti nel 1912 a combattere perchè i deputati fossero stipendiati, o gli fosse riconosciuto un rimborso spese. Direi lauto per il tempo.

Qui secondo me iniziò la fine dell'etica, perchè, come sempre, il dio denaro fa nascere occasioni e le occasioni annientano il bene comune.

Parliamo di bene comune.

Ha, o può avere, un colore?

Quando parlo di colore, identifico l'appartenenza ad uno schieramento politico.

Una scuola realmente efficiente, che trasferisca conoscenze vere, competenze reali, che ambisca all'eccellenza, può avere un colore?

Una sanità che funzioni alla perfezione, può avere un colore? Aspettare mesi per un esame, rischiando con ogni probabilità la vita per essere "arrivati tardi", ha un colore?

Una giustizia equa, giusta, può avere un colore?

Infrastrutture moderne, adeguate, che rispondono realmente alle esigenze di un tempo che avanza inesorabile all'incedere della lancetta dell'orologio, possono avere un colore?

Potrei andare avanti all'infinito con queste domande retoriche che hanno, come unica e sola risposta, il no.

Eppure la politica, arte del nulla, si schiera e discute del vuoto a perdere ormai da decenni, palesando di essere solo la strenua viscerale difesa di interessi di pochi, a discapito dei molti.

La pubblica istruzione è ormai una delle più scadenti del pianeta, la sanità vilipesa nel suo essere vitale, le infrastrutture cadano a pezzi, e via dicendo.

Non basta questo a certificare la dannosità della politica?

No, non basta.

Penso spesso a Ustica, ad Aldo Moro, alla strage di Bologna, ai conclamati rapporti Stato - Mafia, a Falcone, a Borsellino. Tutte coltellate inferte all'Italia dalla politica.

Eh si, inenarrabili segreti di stato, a coprire nefandezze indicibili che avevano un solo ed unico fine, la strenua difesa del potere. Il potere di pochi, pochissimi.

La cosa che però più mi addolora e ferisce, che noi popolo non battiamo ciglio, non muoviamo un dito e accettiamo, passivamente, tutto.

Viviamo in una condizione di narcolessia talmente profonda che passivamente accettiamo tutto, non solo lo giustifichiamo.

Abbiamo venduto la dignità. Si la dignità, perchè farsi calpestare in questo modo palesa mancanza di amor proprio.

Ci illudiamo che quelle rare volte che ci concedono di andare all'interno di una vetusta cabina elettorale, con una matita in mano, aprendo quella scheda ricca di simboli rappresentativi di un enorme teatro, noi si sia liberi, e quella matita rappresenti il potere al popolo.

Votare è la più grande presa per il culo... Per il motivo di cui sopra, che le cose giuste non hanno, o meglio, non dovrebbero avere uno schieramento politico, un colore.

Invece, al contrario, il grande teatro, giocando sullo stato narcolettico, illude il popolo che esista un giusto e uno sbagliato.

Ora il grande dibattito, il fumo negli occhi, è il referendum per diminuire il numero di inutili parlamentari, come se fosse quello l'annoso problema, adducendo che il minor numero è un risparmio per il bilancio della azienda italia.

Un bilancio da miliardi e miliardi di euro, avrà come problema pochi milioni di euro?

Io penso che prima di abbassare il numero dei parlamentari bisognerebbe pensare ad elevarne le competenze, le conoscenze, le capacità, il grado di istruzione.

Possibile affidare un teorico ed ipotetico compito così gravoso a chi nella vita reale è stato una nullità? A chi, nella stragrande maggioranza dei casi, non ha nemmeno un titolo di studio consono ed adeguato?

In Parlamento avete mandato analfabeti, transessuali, pornostar, condannati e via discorrendo.

Lo avete fatto con quella matita che equivale per voi ad una arma.

Da sempre credo che uno STATO SERIO metta nei ministeri le eccellenze italiche in quell'ambito:

- il migliore dei primari come ministro della Sanità.

- il miglior giudice come ministro della Giustizia.

- il miglior rettore universitario come ministro della Pubblica Istruzione.

- il miglior imprenditore agricolo, quello più al passo con i tempi, come ministro delle Politiche Agricole.

- Il miglior imprenditore nel campo turistico come Ministro del Turismo.

- Il miglior ambasciatore e diplomatico come ministro degli Affari Esteri.

- Il miglior generale come Ministro degli Interni.

E via di questo passso.... Il meglio che ci sia a dettare la vita.

Noi no, noi mettiamo asini con la terza media a fare i ministri, persone con il diploma di liceo scientifico a capo della sanità, individui usciti dal grande fratello in ruoli chiave, persone che non hanno mai lavorato come vice premier o a presidenti della camera.

Nel vostro stato narcolettico vi hanno fatto credere che questa fosse la vostra rivincita. Uno qualunque, anzi uno dei più sfigati, che finalmente assurge a ruoli di comando.

Scacco al Re. Questo è stato l'inizio della fine, lo sprofondare in un baratro.

Mani pulite emerge chiaramente fosse tutta una manovra di potere politico.

Abbiamo brindato e festeggiato per aver abbattuto chi usava il potere per intascare denari, ora da capire se veri o presunti, e abbiamo cambiato il malcostume con molto peggio. Mafia capitale? Il business dei migranti che non scappano da nessuna guerra?

In Africa muore di fame, ripeto muore di fame, un bimbo al minuto. Non frega un cazzo a nessuno. E nessuno di quei politici così sensibili fa nulla. Quei bimbi non portano denaro in tasca a nessuno, i palestrati con vestiti firmati e smarphone, addirittura con un amabile barboncino, si. E molti.

Eccola la politica.

Ecco perchè la detesto e detesto ancora di più un popolo che non muove un dito.

Leggete Pasolini. Cinquantanni fa aveva già visto tutto.

Ora, a settembre, con la matita mandate nei parlamenti regionali un'altra serie di poverelli mentali che senza arte, ne parte, si crederanno i nuovi salvatori del nulla vestito da niente.


Ale Mazzarello



 
 
 

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