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Il perchè di questo blog

  • Immagine del redattore: Ale Mazzarello
    Ale Mazzarello
  • 27 ago 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 28 ago 2020

Ho sempre amato leggere, andare oltre il raccontato da altri, diciamo approfondire, cercando non la verità assoluta, quella, con molta probabilità, non si raggiunge mai, ma almeno un qualcosa che mi permettesse di essere libero. Avere un pensiero mio, non imposto da altri. Come amo spesso dire io sono nato #indirezioneostinataecontraria, proprio perchè le cose imposte non le ho mai accettate e mal sopportate, se non condivise nella forma e nel contenuto.

Per questo motivo anni addietro, ho iniziato a scrivere sui social, che, più li utilizzo, e più mi accorgo che di sociale non hanno nulla. Sono la patria del niente, dell' abuso e della denigrazione della parola amicizia, di gente che ti mette il "like" e poi manco ti saluta per la strada, oppure di cui divieni "amico", ma per anni non scambi mezzo pensiero.

I social mi ricordano sempre di più le anziane dietro gli scuri dalla finestra. A farsi i cazzi degli altri, ma senza dire mezza parola e negando di aver visto qualsiasi cosa.

I social, se usati per scrivere un qualcosa di pensato, cancellano il tuo pensiero dopo poche ore, forse minuti. Appari sulla bacheca dei tuoi contatti, ma in modo transitorio sei già il passato.

Ecco quindi che ho avvertito il bisogno di avere uno spazio mio.

Uno spazio prima di tutto per me. Poi, ovviamente, e ne sarò compiaciuto, per chi vorrà leggere quando scriverò.

Uno spazio in cui le mie riflessioni le potrò ritrovare con facilità.

Resteranno lì, ad eternum, rendendo giustizia al desueto modus vivendi che avrebbe amato il verba volant, scripta manent. Oggi quasi la totalità non solo nega ciò che ha detto, ma pure quanto ha scritto.

Io ho sempre avuto una parola sola. Diretta, senza fronzoli. A volte dura. Di certo vera.


Ale Mazzarello


 
 
 

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